Fiat si ritira, avanza Volkswagen… e i dubbi aumentano

Gabriele Gravina e Lapo Elkann. Foto di Repubblica.it

(Gabriele Gravina e Lapo Elkann. Foto di Repubblica.it)

Non poteva passare inosservata la novità riguardo la nazionale di calcio italiana: FIAT rompe il contratto di sponsorizzazione e al suo posto entrerà la casa automobilistica tedesca. Certo sono cose che possono succedere, ma modi e tempi lasciano un po’ perplessi. Da qualche tempo i rapporti tra FIGC e Juventus non sono buoni, dopo che la procura di Torino ha cominciato ad indagare su molti dubbi inerenti alla gestione non proprio limpidissima (le indagini sono in corso e ancora nulla è stato deciso) dal punto di vista economico (e dal punto di vista sportivo) del club della famiglia Agnelli. Il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, si è trovato nella scomoda posizione di dover far da garante al rispetto delle regole del “mondo calcio”.

Diciamo che da subito si è cercato di contenere il fenomeno ma, man mano che i giorni passavano e le notizie venivano divulgate, la Federazione e il suo Presidente hanno dovuto prendere una posizione, per la verità mai troppo netta, verso gli episodi ipoteticamente criminosi o antisportivi che via via prendevano forma. Da quando FIAT è diventata il top sponsor della nazionale italiana (2011) la Juventus ha inanellato una serie di 9 scudetti vinti consecutivamente (2012 fino al 2021) potendo contare su mercati faraonici e campioni costosissimi…

Ci sarebbe tanto da chiarire al riguardo, in primis i presunti incontri segreti tra alcuni esponenti dei vertici del calcio e il presidente Agnelli e con tutti i club coinvolti nel possibile scandalo del mercato pilotato e delle plusvalenze, ma questo lo vedremo nei prossimi mesi. Quello che un po’ lascia perplessi è stato lo stop alla sponsorizzazione della nazionale da parte di FIAT… allora quando si pensava che potesse esserci un conflitto d’interessi si sbagliava o no? FIAT è un’azienda che per molti anni ha sponsorizzato e pagato buona parte degli stipendi a tutti i dipendenti FIGC (anche designatori, giudici sportivi, arbitri fanno capo ad essa) e in molti si chiedevano se fosse davvero una cosa limpida, se non fosse un’azione che in qualche modo potesse gettare ombre sulla gestione complessiva del calcio.

Qualche dubbio in più sorge ora, proprio dopo la decisione presa di troncare il rapporto che da molti anni legava la FIAT alla nazionale di calcio, mostrando i vertici del triangolo FIAT-FIGC-Juventus. Sembrerebbe una sorta di atto punitivo, un messaggio stizzito recapitato a chi dovrebbe gestire il calcio italiano, dove tra le righe si potrebbe interpretare: ”Io ti ho dato soldi per molti anni, tu per molti anni non mi hai pestato i piedi, mi sono arrangiato facendo un po’ come mi è parso senza tener in gran conto delle regole valide anche per gli altri, oggi tu non me lo permetti più quindi io smetto di darti soldi”.
La FIGC dovrà tenere in conto che in questo caso i panni sporchi non potrà lavarli in casa, la questione ha sconfinato nella giustizia ordinaria, quindi giocoforza dovrà prendere una posizione il più trasparente possibile. Una volta uscite le sentenze, la Federazione non potrà voltarsi facendo finta di non vedere (come, ad esempio, nel caso Suarez).
Per il bene del calcio bisognerebbe che si facessero indagini anche in altre procure oltre a quella di Torino, poiché è difficile credere che la Juventus sia l’unico problema nel calcio italiano. Se si vogliono affrontare le questioni che stanno distruggendo il sistema calcio, si abbia coraggio e si facciano i conti una volta per tutte! Ultimo pensiero: forse la FIAT poteva sponsorizzare ancora qualche anno la nazionale italiana. In fondo l’Italia (inteso come Paese) alla FIAT ha dato molto di più nel corso della storia.

Tutto ciò scritto sopra è solo frutto di un ragionamento. Forse è giusto o forse no, ma se si seguono tempi e modi può essere compreso. D’altronde Andreotti diceva: “A pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina!”. Sicuramente non sarà questo il caso…

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