Luci e ombre della Lanterna

(Fonte Foto: genovatoday.it)

In questi giorni c’è una città divisa calcisticamente in due e non è solo Milano in attesa spasmodica per il sentitissimo derby europeo. Parliamo invece di Genova le cui due sponde pallonare sono divise come non mai da umori contrapposti.

Da un lato il tripudio e il ritrovato orgoglio del Genoa e di tutto il popolo genoano per una Serie A ritrovata dopo soltanto un anno di purgatorio nella cadetteria, dovuto alla tanto annunciata quanto sciagurata retrocessione della scorsa stagione. Dall’altro lo sprofondo blucerchiato della Sampdoria che non solo perde la massima serie, ma rischia anche di perdere squadra, storia e dignità, a causa di una gestione rivelatasi alquanto scellerata di un presidente – sicuramente pittoresco – “salito al potere” del mondo sampdoriano per la modica cifra di un euro.

Quella della Samp è un’altra delle vicende paradossali del nostro calcio che spesso deve fare i conti con debiti e progetti manageriali poco oculati e non di rado poco trasparenti. In passato toccò anche alla sponda rossoblù del Vecchio Balordo, poi risorto seppur ancora oggi si dirime tra discese ardite e risalite.

Naturalmente a tutti i tifosi blucerchiati non possiamo che augurare (probabilmente ad eccezione dei cugini genoani) un futuro pieno di risalite, ma al di là dei nostri auspici, lo sciagurato campionato appena concluso dalla moribonda Sampdoria rappresenta una sconfitta non solo per i suoi tifosi e la società, ma anche per il sistema calcio. Da salvare c’è solo il contegno e la dignità mostrati dal popolo doriano in questo surreale momento.

Un punto da cui ripartire per una pronta rinascita.

Mattia Di Battista

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