(Fonte foto: tifogrifo.com)
Solo chi ha giocato tornei di calcio rionale può seriamente asserire che “ho visto cose che voi umani…” Sto parlando di calcio ?! Voglio parlare di calcio?! Sì, ma un calcio diverso, un calcio vero, un calcio fatto di storie comuni che si trasformano in storie assurde per passione, storie di uomini veri, baristi, operai, impiegati, disoccupati, che una volta messi da parte i loro ruoli nella società, sono pronti ad azzerare le diversità e le differenze sociali e, per un paio di ore, sfidarsi giocandosi tutto, fama, onore e salute, incrociando stinchi e caviglie in una delle sfide calcistiche più probanti e pericolose di cui si abbia notizia… I Tornei di calcio estivi rionali! Queste competizione sono giocate sui peggiori campi di periferia, un Vietnam calcistico per qualsiasi campione.
Tutto nasce dalla passione che, in modo infantile, puro e genuino, ci accomuna tutti davanti ad una televisione, dentro ad uno stadio, o, nel peggiore dei casi, attaccati con un orecchio attaccato ad una radiolina. La passione per il calcio, il tifo per la squadra del cuore, spesso travolge i nostri sensi facendoci apparire sconsiderati e scriteriati nelle discussioni nei bar o nelle strade, regalando spesso spettacoli indecorosi, ma così è… e per noi italiani è diventato tratto caratteristico.
Winston Churchill disse di noi italiani: “…uno strano popolo, vanno in guerra come si va ad una partita di calcio e ad una partita di calcio come si va in guerra”. Credo che avesse voluto mettere in risalto, con ironia tutta inglese, quello che a lui pareva una criticità del nostro paese. Chissà cosa avrebbe detto anni dopo quando ad una partita di calcio, i tifosi inglesi trasformarono una partita di Coppa Campioni in un dramma collettivo causando 39 morti?
Tornando invece alla nostra insana passione, spesso finiamo per voler imitare i nostri idoli, avendo ben impresse negli occhi e nelle nostre menti le loro gesta e le loro prodezze, spingendoci a commettere imprudenze spesso dagli esiti dolorosi. Maledetta passione che ci porta a sfidare le leggi della fisica dello sport, le normali norme del buon senso fino a farci ritrovare proprio su quei campetti di periferia per i temibili tornei estivi.
Allora lasciate stare la Serie A, la Premier League, la Champions League, gli europei o i mondiali di calcio: roba da neofiti del calcio, ragazzini alle prime armi. Sono dilettanti allo sbaraglio quelli che giocano le finali di quei tornei, ma avete presente la pressione che c’è prima di una finale di un “torneo dei bar” per esempio!!? uno stress indicibile.
Cominciamo dai nomi: un torneo estivo può presentarsi con i nomi più bizzarri e solitamente annuncia il criterio di come viene concepito, quindi “Torneo delle vie”, “Torneo dei bar”, “Torneo dei rioni”, “Coppa del quartiere” e così via. Sono solo alcune definizioni dietro le quali si celano tornei durissimi, sanguinosi che lasciano strascichi per qualche tempo nella comunità che li ospita.
Stiramenti, contratture, distorsioni, contusioni, ginocchia e cosce piallate dai terreni induriti diventano oggetto di sollecitazione e continuo consulto con il farmacista del quartiere, che viene preso in un fuoco incrociato di domande e continue richieste di consigli e medicamenti.
Ci sono vari livelli di difficoltà e pericolosità in questi tornei. Si parte dal torneo UISP a 7 che già qualche insidia la nasconde, ma ancora segue norme e regole riconducibili al calcio. Poi comincia un’inesorabile discesa verso la depravazione sportiva senza regole e si arriva appunto ai più distruttivi tornei del mondo, spesso vere e proprie royal rumble. Quindi non resta che capire chi è il giocatore tipo di queste disfide. In queste competizioni viene fuori tutta la scaltrezza, la furbizia e la malizia accumulata e allenata in anni di partite di pallone giocate per strada e sull’asfalto, con porte immaginarie delimitate solo da due sassi, da giubbotti messi per terra o da altri oggetti trovati al momento…
…il resto alla seconda puntata
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Grande Massi