Il 14 aprile è una data maledetta per il calcio italiano. Nel 2012, allo Stadio Adriatico di Pescara, Piermario Morosini morì a seguito di un malore accusato in campo durante il match di Serie B Pescara – Livorno. Nella giornata di ieri si è sentito male il giovane attaccante Mattia Giani, 26 anni, del Castelfiorentino United, durante la gara del campionato di Eccellenza a Campi Bisenzio, in provincia di Firenze, tra il Lanciotto Campi e, appunto, il Castelfiorentino United. Purtroppo è notizia di queste ore del decesso di Giani. E sempre ieri, come tutti sanno, c’è stato il malore del roccioso difensore ivoriano della Roma, Evan N’Dicka, che ha portato alla sospensione della gara Udinese – Roma di cui vi abbiamo già raccontato.
I malori in campo sono eventi che nel calcio hanno sempre sortito sgomento poiché il calcio è lo sport più popolare, seguito da tutte le fasce di età in cui i ragazzini sognano e si immedesimano nei loro beniamini. Per cui è normale che certe notizie, scuotano l’opinione pubblica. Però prima di lasciarsi andare a sconsiderate teorie additando i vaccini come causa di questi malori, occorre fermarsi a riflettere. E se non si è in grado di ragionare, occorrerebbe soffermarsi a leggere i numeri e gli studi provenienti da fonti ufficiali. Infatti sul sito della NIH, biblioteca nazionale di medicina e centro nazionale per l’informazione sulle biotecnologie, è stato pubblicato uno studio relativo alla valutazione del rischio di morte cardiaca improvvisa tra adolescenti e giovani adulti dopo aver ricevuto il vaccino covid 19 (qui lo studio) ed i dati raccolti non supportano un’associazione tra la vaccinazione COVID-19 e la morte cardiaca improvvisa tra i giovani precedentemente sani.
Si potrebbe obiettare che quello è un sito istituzionale e del governo americano, che ci potrebbero essere interessi e che le case farmaceutiche hanno interessi miliardari. Tutto vero e certamente porsi delle domande è sempre sano. Tuttavia non serve andare ad instillare dubbi quando studi scientifici raccontano dati. Perché altrimenti non dovremmo più seguire alcuna cura dovuta al progresso scientifico che ha aiutato l’umanità ad avere un’aspettativa di vita maggiore.
Pensiamo piuttosto, a mio modesto avviso, alla prevenzione e a cosa fare per prevenire queste situazioni in tutti i contesti e a maggior ragione nel calcio. Andrebbe ricordato che il talento danese Christian Eriksen, sentitosi male durante il match ad Euro 2020, in Italia non può più giocare proprio per la sua patologia ed infatti l’Inter fu costretta a rinunciare al suo talento. Invece in Inghilterra Eriksen può scendere in campo. Dunque se fatti i dovuti scongiuri dovesse accadergli nuovamente un problema del genere, il problema sarà da individuare nelle misure di prevenzioni prese all’interno della Football Association o non andrebbero cercate in altre teorie.
Dunque salutiamo con sollievo che il malore di N’Dicka non abbia avuto gravi conseguenze, mentre con sgomento e tristezza ci stringiamo attorno alla famiglia di Mattia Giani, per la tragedia che ha strappato Mattia mentre praticava lo sport che amava. Le condoglianze alla sua famiglia da parte di tutta la redazione.