La lotta contro la pirateria televisiva in Italia ha raggiunto un nuovo livello con l’approvazione della legge promossa da Claudio Lotito, senatore di Forza Italia e presidente della Lazio. Questa normativa, parte del Decreto Omnibus, introduce misure severe per contrastare l’accesso illegale ai contenuti televisivi a pagamento, comunemente noto come “pezzotto”.
Il termine generalmente utilizzato per definire i contenuti a pagamento illegali, ossia il pezzotto, deriva dal dialetto napoletano e secondo la Treccani indica la zeppa usata in falegnameria o la toppa in sartoria, e infine un oggetto contraffatto nel gergo della malavita o nel lessico giovanile.
Vediamo insieme quali misure sono state adottate, perché si rischia grosso e quali sono le reazioni dell’industria hi-tech.
Le Misure della Legge
La legge prevede sanzioni significative per chiunque utilizzi o faciliti l’accesso a contenuti piratati. Le pene includono multe fino a 5.000 euro per gli utenti e fino a un anno di carcere per i rappresentanti delle aziende che non segnalano attività illecite sulle proprie reti. Inoltre, la legge coinvolge le grandi piattaforme di ricerca e i servizi internet, obbligandoli a disabilitare l’accesso ai contenuti piratati entro 30 minuti dalla notifica del provvedimento.
Come? Anche attraverso l’utilizzo di Piracy Shield, la piattaforma nazionale anti-pirateria nata per interrompere lo streaming illecito di partite di calcio e altri eventi sportivi, donata proprio dalla Serie A ad Agcom, attiva dal 1° febbraio 2024, che consente una gestione automatizzata delle segnalazioni. Pensate che in sei mesi era quasi stato raggiunto il limite massimo concordato, con il rischio di arrivare a saturazione con la ripresa del campionato ed è stato necessario un repulisti per guadagnare spazio di manovra.
L’Impatto Economico
Secondo Lotito, la pirateria televisiva causa gravi danni economici in Italia, con una perdita stimata di quasi 10.000 posti di lavoro e 1,7 miliardi di euro di mancati introiti per le aziende colpite. Inoltre, si stima una perdita di 300 milioni di euro in entrate fiscali. La nuova legge mira a ridurre drasticamente queste perdite, proteggendo i diritti d’autore e garantendo un mercato più equo per i contenuti audiovisivi.
Reazioni e Prospettive
La legge ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, i titolari dei diritti e le associazioni di categoria hanno accolto positivamente le nuove misure, vedendole come un passo necessario per combattere la pirateria. Dall’altro, alcuni fornitori di servizi internet e associazioni per la libertà digitale hanno espresso preoccupazioni riguardo alla responsabilità penale e alle implicazioni per la privacy degli utenti.
In conclusione, la nuova legge contro la pirateria televisiva rappresenta un’importante iniziativa per proteggere i diritti d’autore e combattere l’accesso illegale ai contenuti.
L’amministratore delegato Lega Serie A Luigi De Siervo la definisce una battaglia essenziale, in quanto il calcio si sostiene con i ricavi derivanti dalla vendita dei biglietti negli stadi e soprattutto dagli introiti derivanti dai diritti tv. E se le piattaforme vedono ridursi gli introiti a causa della pirateria, la conseguenza sono minori soldi nelle tasche delle società che si traducono in minori possibilità di investimenti sui campioni.
La domanda di un semplice utente finale, abbonato alle piattaforme streaming legali, in sostanza a Dazn se parliamo di campionato, è forse banale: il pagare tutti si tradurrà veramente nel pagare meno?
In finale Dazn è praticamente in regime di monopolio…i dubbi restano, anche in virtù dei recenti aumenti dei prezzi della piattaforma, che avevano visto dei primi ritocchi di listino a gennaio 2024, per aumentare ancora con la nuova stagione di campionato 2024/2025.
Si vedrà nel medio termine se le misure adottate saranno efficaci nel ridurre la pirateria e nel promuovere un mercato più giusto e sostenibile.