Non solo calcio professionistico. Umberto Calcagno, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, nostro ospite nella puntata di venerdì 10 marzo (clicca qui per vedere la puntata), ha parlato anche delle problematiche riscontrante nel calcio giovanile e nel calcio dilettantistico.
“Non so come sia possibile che un nonno possa aggredire un avversario quindicenne del nipote. Sono episodi di una gravità spaventosa.” Con queste parole il presidente dell’AIC Umberto Calcagno condanna il fatto di cronaca che ha visto un anziano, durante la partita Under 15 elite Romulea – Trastevere, colpire attraverso un buco sulla rete, un avversario del figlio.
Lo stesso presidente Calcagno ha provato a spiegare perché siamo arrivati a questo: “Probabilmente la generazione attuale di genitori, rispetto a quella dei nostri genitori, vive lo sport dei figli anche con un accanimento che a volte non è giustificato da nulla e che nulla ha a che vedere con la passione che dovrebbe accompagnare quando seguiamo i figli nello sport. Ci sarebbe tanto da fare, si dovrebbero istruire chi da genitore segue i ragazzi nello sport. Noi, come genitori, Abbiamo una responsabilità veramente molto molto grande sulle future generazioni.” Su quanto sta accade oggi nei settori giovanili, Calcagno prosegue: “Mi preoccupa molto ciò che avviene nei settori giovanili. Perché la parte apicale e la base del nostro movimento, quasi sempre vanno insieme nel bene e nel male. A me dispiace davvero tanto leggere sempre più spesso che nei settori giovanili, oggi, siano pieni di episodi di violenza. E poi, come detto, sono soprattutto i genitori che se ne rendono poi protagonisti. Quindi il cattivo esempio e tutto ciò che avviene nei settori giovanili si ripercuote su chi oggi gioca, che sono già tifosi e saranno tifosi di domani! Per fortuna la situazione ha comunque un trend oggettivamente in miglioramento, con episodi allo stadio e nei centri dove ci si allena decisamente diminuiti rispetto ad un po’ di anni fa. Questa è un’attenzione che è stata data dall’Osservatorio, da tutta l’organizzazione che c’è al livello statale ed è anche uno sforzo che stanno facendo le società sempre di più. Quindi questo aspetto mi fa capire che comunque oggi c’è una sensibilità diversa rispetto al passato. Però tutto ciò che sta avvenendo è probabilmente frutto del decennio precedente.”