La rivincita di Inzaghi, che si aggrappa alla squadra

Simone Inzaghi, durante la conferenza stampa pre Benfica - Inter

Non c’è niente da fare, la bellezza del favore dei pronostici è quando questi vengono sovvertiti. Secondo gran parte delle agenzie di scommesse, la vittoria dell’Inter al Da Luz di Lisbona aveva una quotazione altissima, per non parlare con un risultato di due gol di scarto e senza subire reti come accaduto stasera. Alla vigilia tutti davano i nerazzurri sconfitti già in partenza. Il Benfica di quest’anno ha dimostrato di giocare un gran calcio e ne sa qualcosa la Juventus che a Lisbona ha perso 4 a 3 e allo Stadium per 2 a 1. Per il momento che le due squadre stavano attraversando c’era la certezza pressoché unanime che le individualità dei portoghesi fossero migliori e certamente più in palla dei ragazzi di mister Inzaghi.
Eppure, nel calcio tutte queste cose restano solo chiacchiere. Nel calcio vince la formazione che è più squadra dell’altra. L’Inter è stata capace di soffrire, di attendere, di sbagliare con Di Marco che ha fatto due assist suicidi per i portoghesi nel primo tempo, con Lautaro che ha fatto un lavoro sporco enorme, con un Barella ovunque e con un Bastoni vero protagonista: un piede fatato il suo, che ha illuminato il Da Luz e ha dato il la alla vittoria dell’Inter per 2 a 0 all’andata dei quarti di finale di Champions League. La squadra è il concetto che nel calcio è essenziale, perché quando allo scadere l’Inter sbaglia una ripartenza che avrebbe potuto riaprire i giochi al ritorno, arriva Onana a mettere la pezza decisiva. Un’Inter che ha ammutolito il Da Luz e che ora potrà, per assurdo, giocare il ritorno con “tre risultati su tre”, contemplando ovviamente esclusivamente la sconfitta con un solo gol di scarto. E questa vittoria è merito di Simone Inzaghi. Checché se ne dica, il tecnico piacentino rischia concretamente di arrivare in semifinale di Champions League. Ma dopo tutto, nei passi falsi compiuti dall’Inter in campionato, che colpe può avere un tecnico che vede i suoi mangiarsi i gol davanti alla porta contro Fiorentina e Salernitana? Forse avrebbe dovuto dedicarsi maggiormente sulla cattiveria agonistica anche in partite all’apparenza più abbordabili (cattiveria che poi nasce spontanea quando di fronte hai il Benfica)? Forse sì, questa potrebbe essere l’unica critica. Ma la montagna di melma che gli è piovuta addosso è stata oggettivamente eccessiva.

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