(Fonte foto: juventus.com)
A vent’anni di distanza dalla finale tutta italiana di Champions League a Old Trafford, il calcio italiano torna a dominare nelle coppe europee portando tre finaliste nelle tre competizioni continentali. Inter in Champions, Roma in Europa League e Fiorentina in Conference sono i tre alfieri del pallone nostrano in Europa.
Un grande successo dopo anni di semianonimato nelle competizioni calcistiche del Vecchio Continente, escludendo le finali perse in Champions dalla Juve nel 2015 e nel 2017 e dall’Inter in Europa League nel 2020. Ora i nostri club possono sperare (ipotesi comunque complicata) in un clamoroso triplete come quello del 1990 quando il Milan trionfò in Coppa dei Campioni, la Juventus alzò la Coppa Uefa in una finale tutta italiana contro la Fiorentina e la Sampdoria conquistò la defunta Coppa delle Coppe.
Anche stavolta avrebbe potuto esserci una finale tutta italiana nell’Europa League che ha preso il posto della vecchia Coppa Uefa. Purtroppo però la Juventus non è riuscita a superare indenne il catino del Sanchez-Pizjuan di Siviglia. Un’eliminazione maturata nei tempi supplementari che sancisce con ogni probabilità il fallimento della stagione dei bianconeri e forse anche del concetto di “corto muso” tanto caro al discusso condottiero della Vecchia Signora Max Allegri. Il tecnico livornese divide il popolo juventino e non solo per il gioco espresso dalla sua squadra. Un gioco che punta molto sulla solidità difensiva e sulle qualità individuali che però nella doppia sfida con il Siviglia e in genere durante la stagione non ha dato i suoi frutti. La Juve vista ieri sera in terra andalusa ha impostato una gara sulle ripartenze subendo l’iniziativa dei padroni di casa e non sfruttando diverse occasioni avute proprio in contropiede. Un leitmotiv che si è riproposto in diverse circostanze durante quest’annata calcistica per i bianconeri. E adesso si apre l’infinito dibattito sul futuro di “acciughina” a Torino e soprattutto tra “giochisti” e “risultatisti”. Vincere e dare spettacolo oppure vincere come unica cosa che conta. Questo l’eterno dilemma calcistico che probabilmente non dà luogo ad una verità assoluta in un senso o nell’altro.
Se guardiamo al caso della Vecchia Signora, i risultati e il gioco della truppa allegriana ci parlano di un autentico flop. Certo, non mancano le attenuanti in una annata pittoresca, come l’ha definita il trainer juventino. A cominciare dalle note vicende extra campo con quella maxi sanzione prima inflitta a stagione in corso. Per non parlare poi dei ripetuti e numerosi infortuni occorsi a giocatori importanti (vedasi Pogba) per i quali la Juve pensata da Allegri ad inizio stagione è rimasta un progetto su carta. Tuttavia questa stagione deve far riflettere non poco dalle parti della Continassa. Ad altri intanto l’onore di portare alto il tricolore nell’Europa calcistica.
Mattia Di Battista