…non se ne andrà mai, resterà nella storia e nella leggenda del nostro calcio e della nostra storia nazionale.
Gigi Riva nato in Lombardia in provincia di Varese, ma vissuto per scelta a Cagliari in Sardegna è passato alla storia vincendo pochi trofei rispetto alle sue potenzialità, ma il valore di quei trofei è immensamente raro e unico, il primo Europeo della nostra nazionale e il primo, ed unico ad oggi, scudetto del Cagliari, due gioielli puri che basterebbero a disegnare una carriera importante (perché vincere uno scudetto a Cagliari ed esserne il principale artefice ha dell’impresa eroica, come per il primo titolo nazionale di Maradona a Napoli).
Un duro che fece una scelta da uomo vero quando decise di rifiutare i soldi e la corte dei grandi club italiani, scegliendo di vivere dove gli dettava il cuore e non dove lo spingeva il portafoglio (quanto era bello e romantico quel calcio) senza mai rinunciare a mettere la sua faccia spigolosa negli eventi importanti del nostro calcio e della nazionale, presente nella partita del ”secolo”, Italia – Germania 4 a 3 , contribuì con un suo goal a scriverne quella leggendaria storia.
Terminata la carriera è stato dirigente del suo amato Cagliari e poi della Nazionale italiana rimanendo sempre coerente con il suo personaggio, corretto, misurato, severo ma mai spiacevole o fuori luogo, in un ambiente dove tali pregi sono sempre più rari.
La cosa buffa o strana è stata la coincidenza della notizia della sua dipartita con una delle partite più immorali e mortali per l’onore del calcio italiano, la finale di Riyad tra Napoli ed Inter.
Quando tra primo e secondo tempo è stato dato il triste annuncio dentro lo stadio e le due squadre chiamate a rispettare ed onorare Rombo di Tuono con il minuto di silenzio, una selva di fischi si è levata dagli spalti occupati da tifosi arabi, incomprensibilmente, quasi fosse un ultimo messaggio di Gigi…il calcio deve vivere dove è nato e non venduto dove si fatica a comprenderne anche le regole più elementari.
Grazie Gigi per quello che hai regalato alla storia del calcio italiano, grazie Gigi per averci insegnato che con le scelte di cuore si devono fare i conti, grazie Gigi per l’ultimo tuo tentativo di far comprendere (così mi piace pensare) che attualmente il calcio italiano è svenduto ed indifeso alla mercè di mercanti senza etica.
Ora sarai lassù con quel tuo viso da duro, degno di Marlon Brando o Steve McQueen…
…a chiacchierare con Nando Martellini e Sandro Ciotti di quel mondiale che ha infiammato l’estate del ‘70 e sono sicuro che quei fischi non ti hanno minimamente sfiorato, un calcio che non esiste non può comunicare con un Signore del calcio mondiale, sono mondi lontanissimi.
La cosa che importa è che tutti i tifosi italiani hanno negli occhi le tue gesta e ti tributano un applauso così forte da sembrare un enorme Rombo di Tuono
Ciao Gigi.