Era marzo 2021 quando la palla passava dalla parabola di Sky allo streaming di Dazn, mettendo fine a circa 30 anni di tv a pagamento satellitare, da quando nel 1996 Tele+ inaugurava la piattaforma satellitare DStv, negoziando con la Lega Calcio la copertura quasi totale delle partite della massima serie, e non più solo i posticipi.
L’annuncio in pompa magna della new entry Dazn con il supporto tecnologico di Tim cambiava lo scenario, spostando lo strumento dalla tv al web. Offerta faraonica di 840 milioni di euro accettati dalla Lega Serie A con ben 16 club favorevoli su 20.
Molte difficoltà nel primo periodo, legate prevalentemente ai problemi di connessione nelle zone meno raggiunte dalla fibra in Italia, una criticità messa in risalto soprattutto dai due club di Genoa e Sampdoria, contrari alla novità, con il timore che trasmettere tutto il campionato via streaming potesse creare problemi ai tifosi.
Da contraltare alle preoccupazioni, la promessa di prezzi accessibili. Veronica Diquattro, allora amministratore delegato di DAZN Italia diceva testualmente “Si pagherà un prezzo accessibile, questa è sempre stata la nostra politica. Sicuramente per tutta la Serie A si pagherà meno di ora e la qualità dello streaming sarà alta”.
A distanza di tre anni e con il rinnovo dei diritti televisivi fino al 2029, per altri 5 anni, viene da chiedersi se la politica sia ancora questa, con aumenti che si sono susseguiti nel corso degli anni.
Basta confrontare semplicemente i piani proposti e i relativi prezzi tra l’estate 2023 e l’estate 2024, con il piano standard che lievita da 229 euro all’anno a 359 euro all’anno e il piano plus che aumenta da 449 euro all’anno a 599 euro all’anno.
Nel mentre, a luglio per la precisione, viene presentato un nuovo piano editoriale secondo il quale solo la metà delle partite di Serie A saranno coperte dai giornalisti di Dazn sul posto, quindi una significativa riduzione rispetto al passato. L’assemblea dei giornalisti dichiara lo stato di agitazione sindacale, esprimendo forte preoccupazione per il futuro occupazionale dei dipendenti rimanenti, si parla di esuberi per 14 giornalisti su 32.
Difficile far tornare i conti a quanto pare, ma come si può garantire la qualità del racconto se si tagliano le figure professionali preposte allo scopo?
E soprattutto c’è qualcuno che pensa ai conti nelle tasche dei tifosi? Per poter usufruire di Campionato e Coppe l’utente finale deve sommare abbonamento su abbonamento, tra Dazn, Sky e Amazon Prime.
Alla fine, nonostante un’inchiesta de La Gazzetta dello Sport affermi che il torneo di Serie A sia il meno caro d’Europa in termini di costi in tv, il quadro che si prospetta per il tifoso è una scelta a due vie: sottoscrivere l’abbonamento o rinunciare.
Buon calcio a tutti!
Una risposta
Lo sport più amato dagli italiani ora non può essere considerato come uno svago per una passione innata ma bensì con questi costi e lo spezzatino senza considerare i vari abbonamenti un tifoso con un nucleo familiare diventa una bella spesa anche restando a casa per seguire la squadra del cuore…