Cala il sipario sul campionato di serie A per un lungo stop in concomitanza con i mondiali del Qatar. Sui gradini dello stadio al termine delle partite si registra un’atmosfera surreale. Auguri di Buon Natale con largo anticipo, perché… ”poi ci vediamo il 4 gennaio”, mugugni per un lungo digiuno calcistico per un Mondiale che non ci coinvolge direttamente.
Sembra ancora di sentire i sussurri dei tifosi spaesati mentre si chiedono cosa fare fino a gennaio ed ecco che, a riempire le pagine dei giornali e i social, arrivano le dichiarazioni di Cristiano Ronaldo. In un’intervista esclusiva nel corso della trasmissione “Piers Morgan Uncensored” CR7 va all’attacco del tecnico olandese Ten Hag e dell’ambiente dei Red Devils, bollando entrambi come traditori. Si potrebbe ridurre l’intervista del campione portoghese ad un semplice sfogo di un calciatore a fine carriera, una figura non abituata a stare in panchina o ad essere sostituita dall’ultimo arrivato. Un campione passato da punto di riferimento a stella cadente.
Ma è mai possibile che un personaggio abituato a costruire in modo maniacale la sua carriera e la sua reputazione si lanci in dichiarazioni dettate dalla frustrazione? Non ci scordiamo che il procuratore del campione di Madeira altri non è che Jorge Mendes, presidente e fondatore della Gestifute, super agente che domani a Dubai riceverà per la decima volta su 12 edizioni il Globe Soccer Award come miglior procuratore del mondo. È stata davvero una “sparata” quella di CR7, che costringerà il suo procuratore ad un durissimo lavoro di intermediazione e ricucitura dei rapporti con il club di Manchester o molto più semplicemente una exit strategy in vista di gennaio, considerando la volontà di Ronaldo di andarsene dai Red Devils già la scorsa estate.
Intanto il club prende tempo, rappresentando in una nota ufficiale che “valuterà se rispondere dopo che saranno stati stabiliti tutti i fatti” e intanto sui social compare un video con operai intenti a rimuovere una gigantografia del campione lusitano, che faceva parte di una campagna che celebrava tutti i numeri 7 dei Red Devils, posta sulla facciata dell’Old Trafford solo lo scorso 4 novembre.
Nel mirino del portoghese non sono finiti solo l’allenatore o gli ex compagni, ma anche e soprattutto la famiglia Glazer, proprietaria dello United, rea di pensare più al marketing che alla parte sportiva. A detta di CR7 nulla sarebbe cambiato negli ultimi anni, né a livello tecnologico, né a livello di strutture e i tifosi dovrebbero essere coscienti che ci sarebbero situazioni interne al club che impedirebbero il raggiungimento di obiettivi importanti come avviene per altri club in Premier come Liverpool o City. Probabilmente su una cosa saranno d’accordo con Ronaldo i tifosi dello United, apparentemente accomunati da sentimenti di delusione nei confronti del proprio idolo, ossia che i Glazer, magnati americani proprietari del club dal 2005, non hanno mai avuto particolare interesse per la gestione sportiva, con un approccio legato prevalentemente al business. Lo zoccolo duro della tifoseria non avrà dimenticato le modalità di acquisizione del club, con un’operazione denominata leveraged buyout o leva finanziaria, con l’apertura di diversi finanziamenti ottenuti offrendo come garanzia il patrimonio del club. Ogni debito finanziario viene ‘scaricato’ sul bilancio della società dei Red Devils, innescando la reazione
furiosa dei supporter che, fin dall’approdo degli americani contestano il loro insediamento, una guerra che dura da ormai 16 anni e che l’ultimo tentativo con la SuperLega, non ha fatto che acuire. L’ennesimo atto volto al profitto, al lato finanziario del pallone. Un tradimento dei valori in nome di nuovi introiti.
E rimanendo in tema di tradimenti, tirati in ballo più volte da Ronaldo nella sua intervista esclusiva, chissà se ad oggi i tifosi dei Red Devils saranno più interessati all’addio dei Glazer o all’addio di CR7… Sarà interessante, nell’attesa del nuovo anno e del calciomercato invernale, capire se il campione di Madeira ha perseguito un’azzeccata strategia o ha fatto harakiri.
David Belli
(Ha collaborato Isabella Martorelli)
Una risposta
Ormai, non più calcio, ma solo spettacolo e business. This is the end!